...nel mio mondo il cemento più saldo è quello disarmato.

mercoledì 7 agosto 2019

Barbecue autunnale




















Barbecue autunnale

Nel viale fa Il sole
una julienne di condomini
e il paziente signor ottobre
col suo grembiule di terra
tosta le foglie da entrambi i lati
Il barrito dell’autobus si fa strada
tra i suoni ancora estivi
irrompe tra i civici e rimbalza
sulle targhe falliche dei legali
L’autista è un tizio
che saluta tutti come amici
e così lo diventano
Vorrei imitarlo e invece
sono un omino a trencadís
che però nel quadretto
non sta neanche male


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mercoledì 3 agosto 2016

Storia di una Bottiglia

















Sono nata il 13 settembre 1949 in una fabbrica nei dintorni di Reims. Spedita in giovanissima età presso una cantina sociale, fui riempita di Bordeaux, onestamente di scarsa qualità, e venduta poi per tramite di un grossista, a un ristorantino di Saint-Malo vista mare, mare che però non vidi. Il finto Bordeaux venne bevuto con la rapidità e la noncuranza che meritava, da un cameriere italiano che mi rubò insieme con altre 11, trafugandoci in un cartone camuffato da immondizia. Fui poi gettata in mare, che finalmente vidi, insieme a tre delle mie sorelle. Ma tutto ciò non è importante. Dove finirono le mie sorelle non mi è dato di sapere, io invece, dopo lunghi giorni trascorsi ondeggiando in bonaccia tra schiume e mucillaggine, fui sospinta presso un porticciolo e ripescata da un bambino di nome Remì. Venni ripulita con sabbia fine e foglie vellutate di una piantina raccolta dal ciglio della strada, e riempita con un piccolo foglio di carta sul quale Remì scrisse il seguente messaggio: “Claire, il bacio sulla guancia che mi hai dato, è stato così bello che altro più non ho sognato”. All’alba del giorno dopo, Remì dopo avermi ben tappata, mi scagliò in mare con tutta la forza permessa dal suo tenero braccio. Vi chiederete forse se un giorno Claire mi abbia ripescata; no. Il giorno seguente vi fu una mareggiata che mi getto con grande forza contro uno scoglio sul quale m’infransi. Il biglietto s’inzuppò e in pochi istanti carta e inchiostro divennero quel che alla fine diveniamo tutti; microscopiche particelle del grande universo. I miei cocci invece precipitarono con ampie spirali sul fondo del mare. Ma veniamo all’oggi. Il sole arroventa una spiaggia e la schiena di una bimba che su quella spiaggia, china raccoglie sassi, conchiglie e resti vari. Tra questi c’è un frammento di me, verde, chiaro, bello e smerigliato; gli piace. Il suo papà glie ne fa un pendaglio. Ora il pendaglio si pavoneggia sul collo luminoso della bimba. La bimba si chiama Claire, come sua nonna paterna e il suo fratellino che ora legge all’ombra di un cespuglio, si chiama Remì, come il nonno paterno.

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mercoledì 27 luglio 2016

Granellini
























Zeus! è una rivista bimestrale giunta ormai all'undicesimo anno di pubblicazione, edita dalla cooperativa Il Cardo di Edolo, in cui i redattori si occupano di curarne l’aspetto organizzativo e grafico, mentre i contenuti sono interamente a carico dagli utenti dei servizi alla disabilità della cooperativa stessa.
 

Cito dal blog di Zeus! La rivista vuole offrire uno spaccato sul mondo visto attraverso gli occhi di queste persone, che raccontano esperienze, ricordi, sogni o semplicemente si prendono il tempo per giocare con le parole, componendo poesie o inventando storie. Questi brani, a volte, esulano dalla logica comune (pur non essendo privi di una coerenza interna) e ciò permette al lettore di mettersi in gioco, per riuscire a comprendere profondamente l'Altro, il Diverso, l'Insolito. E, in fondo, il discorso culturale promosso da Zeus! muove da sempre in direzione dell'abbattimento del pregiudizio e l'accettazione della diversità, intesa non soltanto come disabilità, per scardinare il concetto di "normalità" e dare spazio alla pluralità dell'esistenza umana”.


Negli ultimi anni la cura della rivista è notevolmente aumentata, soprattutto grazie alla selezione dei bellissimi lavori che campeggiano sulle copertine, e all’impianto interno sempre più creativo; oltre che per i contenuti quindi, ogni numero è ormai un oggetto esteticamente pregiato da collezionare (qui si possono vedere tutte le copertine).


Il numero 64 di Zeus! Rivista mutante, vede un mio lavoro intitolato “Granellini” in copertina, cosa che mi fa enormemente piacere. Di seguito la descrizione del lavoro inserita nella rivista.



Esistono parole che significano il contrario di quello che dovrebbero significare. La parola "Perfezione" è una di queste. La perfezione non esiste, è pura astrazione, in natura è l'imperfezione la vera perfezione. Grazie all'imperfezione, granellino che inceppa i meccanismi e li costringe a funzionare in modo diverso, esiste l'evoluzione, esiste tutto. I significati di queste due parole andrebbero pertanto scambiati. Quando si cerca di realizzare la perfezione, accadono disastri, dalle piccole miserie, ai deliri su grande scala, nazismo, comunismo, e così via. La ricerca della perfezione, in fondo, è la risposta sbagliata alla paura, che, anziché cercare di adattare i meccanismi ai granellini, cerca di eliminare i granellini, il che significa eliminare l'evoluzione, eliminare tutto ciò che siamo e che è.

AVVISO

Segue lo "spiegone" della copertina. Se vuoi divertirti e pensarci su un po', fallo prima di leggere il seguito. La copertina rappresenta la presunzione della perfezione, un meccanismo, un ordine, nel quale, per quanto blindato, s'insinua volenti o nolenti, un'imperfezione, un granellino, a volte evidente, a volte, come in questo caso, occultato chissà dove, pronto a svolgere la sua azione di sano e costruttivo sabotaggio. Se ti va, cerca il granellino.

Lo schema presenta nella prima riga in alto (guardando la copertina aperta e mantenendo la scritta Zeus! in alto a sinistra), una sequenza madre. Nelle righe seguenti i colori che la formano, scambiandosi di posto secondo un ordine logico, generano tutte le altre combinazioni possibili. La scelta di utilizzare quattro colori è puramente estetica, cioè, tre colori generano sei combinazioni, pochine, mentre cinque ne generano centoventi, troppe! La scelta dei colori è invece il risultato della suddivisione dello spettro dei colori visibili dall'occhio umano (lunghezza d'onda 380-750 nm), in tre parti, corrispondenti per arrotondamento a 400, 500, 600 e 700 nanometri, convertito e riprodotto poi secondo il modello di colore CMYK, detto anche quadricromia.

Ne è risultata una composizione estiva, di gusto anni 60/70, che, nel mio caso, rimanda a memorie di bambino, alla percezione che si ha a quell'età, in cui si è per forza granellini, del mondo, e in particolare di quello degli adulti, che tanto si sforzano di educare alla perfezione. Alle scuole elementari avevo una maestra che picchiava chiunque non facesse il proprio dovere o anche semplicemente non capisse qualcosa; a me capitava spesso. La società si comporta non di rado allo stesso modo. In entrambi i casi si tratta di paura. Meno male che poi arrivava l'estate e si andava al mare, e si sa, il mare guarisce tutto... Forse perché è pieno di granellini.



Stefano Berardi*


*Mi occupo male, di tutto. Ho preso la strada di Gianni, sotto una luna color Bruno, ari ari ari ooooooo





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sabato 21 febbraio 2015

Fontane






















Il CD Fontane è finalmente pronto!

Quando nell’estate del 2009 è iniziato il progetto (qui descritto), sapevamo, io, Piero Villa ed Ezio Martinazzi, che visitare e registrare la maggior parte delle fontane della Valle Camonica avrebbe richiesto molti viaggi, ore di ascolto e registrazioni (la Valle si sviluppa in lunghezza per circa 100 km e copre una superficie di 1518 km²), ma eravamo convinti che nell’arco di un anno, un anno e mezzo, avremmo finito il lavoro… ed invece è durato quasi sei! 

Già dalle prime registrazioni sul campo ci rendemmo conto che le cose non sarebbero state semplici. Per la sola fontana di Moscio ci vollero sei uscite, tre delle quali tra le due e le quattro del mattino, e molte ore di registrazioni. Cani che abbaiavano di continuo, televisori lasciati accesi giorno e notte, aerei, motoseghe e motocross nei boschi, motori di condizionatori e mille altri disturbi e imprevisti. Nel frattempo, a rallentare il tutto intervennero i normali fatti della vita, nascite, lutti, il trasferimento della sala di registrazione Rumore Bianco, la costituzione dell’Associazione Piccolifuochi, impegni personali e altri lavori sviluppati in parallelo.

Durante questi anni e tutte queste uscite, nelle quali, bisogna dirlo, ci siamo divertiti molto, abbiamo rilevato l’interesse di tanti verso il progetto, cosa non scontata vista la particolarità di Fontane. Lo stesso non si può dire delle istituzioni che l'hanno ignorato, forse, e per fortuna, perché troppo lontano da certe logiche. Chi invece l’ha sostenuto fin da subito, è stato l’amico Alessandro Domenighini, Sindaco di Malegno e persona davvero speciale, che se n'è andato lo scorso anno lasciando un vuoto incolmabile in tutti noi, e al quale è dedicato il CD. 

All’interno del libretto sono indicati i nomi di chi ci ha supportato, ai quali vorrei aggiungere tutte le persone incontrate nei paesi e i paesi stessi, anch’essi persone in un certo senso.

Nonostante Fontane sia un mio progetto, lo considero totalmente un lavoro di gruppo: senza Ezio Martinazzi e Piero Villa nulla si sarebbe fatto. Ora Fontane è pronto.

Riguardo al senso di un lavoro di questo tipo, che, ci rendiamo conto, possa forse apparire incomprensibile a molti, più di tutto varrebbe leggere il paragrafo Le trasformazioni dell'acqua, nel capitolo Uno del Paesaggio sonoro di Raymond Murray Schafer, libro che consiglio anche ai non addetti ai lavori, per l’autentica passione per i suoni (e la natura) con la quale è scritto, oltre che per le geniali intuizioni; organico eppure saturo di poesia.

Nel cd sono raccolte le registrazioni di dieci fontane tra le centinaia visitate tra il 2009 e il 2014. Le tracce numero 2 e 10 hanno lo stesso nome, Borno, ma sono due fontane differenti registrate nell’omonimo paese (come si evince dalle rispettive coordinate geografiche presenti nel libretto), la seconda delle quali è però senz’acqua, chiusa e abbandonata. Si tratta in sostanza della registrazione di un paesaggio sonoro orfano della sua traccia acustica più importante: ecco cosa resta nel luogo sonoro di una fontana muta, cioè morta.

I punti fondamentali del lavoro, indicati sia nel blog sia nel cd, sono: Il fascino per la sonorità delle fontane, il volerne preservare la memoria auditiva, e il concetto di fontana come simbolo di condivisione e di tutela dell'acqua come bene comune. A questi si va ad aggiungere il nostro augurio che Fontane sensibilizzi chi di dovere verso la conservazione delle fontane rurali, elementi di grande valore etnologico e antropologico, completamente ignorate quando non addirittura soppresse (vedi il post in proposito).

Il CD Fontane è reperibile presso la sede dell’associazione culturale Piccolifuochi, in via Giacomo Leopardi 29 a Esine (BS), oppure richiedendolo tramite il blog dell’uomo in mutande (http://uomoinmutande.blogspot.it/ ) o al mio indirizzo email: berardistefano@protonmail.com

Tanti elementi che sono stati parte integrante di Fontane, per forza di cose non sono confluiti nel CD: viaggi, posti, persone… a breve pubblicherò una sorta di diario, più che altro fotografico, che ne darà testimonianza.